Immigrazione, confini colabrodo e la rotta balcanica.
La rotta balcanica un altro percorso per l’immigrazione, che giunge ai confini sud-orientali dell’Ue, è uno dei principali percorsi migratori per le persone che cercano di raggiungere l’Europa via terra. È però anche uno dei più pericolosi, teatro di sistematici abusi dei diritti umani.
Sono saliti nuovamente i numeri di profughi rintracciati soprattutto sui confini Italo-Sloveni in direzione Trieste sono stati arrestati 8 passeur nel ultimo mese.
Il problema dell’immigrazione, però, è che nell’epoca delle frontiere aperte è a dir poco arduo sperare di monitorare in continuazione tutti i 232 kilometri di frontiera che separano il Friuli Venezia Giulia dalla Slovenia.
Così come “sigillare” i 22 valichi tra stradali, ferroviari e agricoli, presenti a Gorizia e i 26 a Trieste.
Bisogna che il Governo si impegni nell’immediato a promuovere accordi con i paesi vicini per fermargli prima che giungano ai nostri confini, rispettando gli accordi però, non girandosi dall’altra parte quando vedono arrivare centinaia di profughi.
La maggioranza di chi arriva da Afghanistan e Pakistan punta alla protezione sussidiaria senza averne diritto ciò produce un altissimo numero di Richiedenti Asilo. Quando questi non ottengono lo status di rifugiato ricevono un provvedimento di espulsione del Prefetto che conterrà l’invito a lasciare il territorio in 15 gg.
Cosa che non avviene quasi mai purtroppo, il problema di Trieste va affrontato in tempi molto rapidi ,prima che la situazione degeneri. In questi è stato chiesto al Prefetto, Questore, Sindaco, Assessore all’immigrazione e sicurezza della nostra Regione una commissione sicurezza urgente dopo le continue risse quotidiane in pieno centro cittadino a tutte le ore del giorno, questo non è accettabile e il popolo non può e non deve subire un accoglienza completamente sbagliata senza regole certe.
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