DISABILITA’ : LA VITA, LA COMUNITA’, L’INTEGRAZIONE
LA COMUNITA’
La vita è cooperazione e la cooperazione è vita, pensiero importante sulla questione disabilità, questo concetto è alla base della vita di tutti gli organismi viventi, dai più piccoli a quelli più grandi.
E noi esseri umani, ovviamente, non siamo esenti da questa regola di sopravvivenza molto chiara, anche se spesso non ci rendiamo conto di quanto sia indispensabile creare una rete della vita per poter sopravvivere e creare un futuro degno di essere vissuto pienamente.
La vita altro non è che la comunità, l’interazione tra esseri viventi, che deve essere creata giorno dopo giorno, curata con costanza e mai abbandonata. Non siamo soli, ma siamo frutto dei rapporti che riusciamo a creare con le altre persone.
La comunità è fondamentale per il disabile ma al tempo stesso viene arricchita da egli.
La società, la politica deve aiutare e dare la possibilità di realizzare il percorso di vita all’interno della comunità di appartenenza, in corrispondenza dei propri desideri, trovando nel contesto comunitario non solo un’occasione di inclusione, ma anche la possibilità di espressione del proprio valore e contribuire come parte attiva alla costruzione del bene comune, in breve, essere utili agli altri.
LA SCUOLA, L’INTEGRAZIONE.
La comunità parte dalla famiglia e poi dalla scuola dove le politiche di inclusione attuate nel corso degli anni hanno favorito un progressivo aumento della partecipazione scolastica. Nell’a.s. 2019/2020 gli alunni con disabilità che frequentano le scuole italiane sono quasi 300 mila, oltre 13 mila studenti in più rispetto all’anno precedente.
Questi alunni sono stati presi in carico da circa 176 mila insegnanti di sostegno, 1,7 per ogni insegnante; si deve però evidenziare come molti di questi, il 37%, non abbia una formazione specifica e soprattutto come nelle scuole ci sia molta carenza di strumenti tecnologici per non parlare poi un altro aspetto critico che riguarda la presenza di barriere architettoniche: solamente una scuola su 3 risulta accessibile per gli alunni con disabilità motoria.
Soprattutto cosa manca nella scuola? Aiutare il disabile nell’inserimento lavorativo. Pensate che nel nostro Paese, norme dirette a favorire l’inserimento lavorativo delle persone con disabilità esistono da tempo; la principale è rappresentata dalla legge n. 68 del 1999 che ha introdotto l’istituto del collocamento mirato, superando il precedente collocamento obbligatorio che si configurava come un mero strumento risarcitorio nei confronti delle persone con gravi problemi di salute.
Malgrado questa normativa, resta rilevante lo svantaggio, nel mercato del lavoro, delle persone con disabilità. In tutto questo quanto aiuta la scuola?
LA SOCIETA’ E L’INCLUSIONE
Dopo aver letto e spulciato un po’ di questi numeri mi son detto “ora voglio entrare nel dettaglio e capire veramente quanto la nostra società riesce ad integrarsi con il mondo della disabilità” ed allora ho provato a vedere, per esempio, quanti stabilimenti balneari esistono in Italia e quanti ne sono attrezzati per persone diversamente abili.
In Italia esistono circa 7200 stabilimenti balneari ma solo 650 di questi sono accessibili e sono dotati di tutte le caratteristiche che servono per la fruibilità e la vivibilità della persona disabile in spiaggia, pensate meno del 10% dei stabilimenti.
Sono andato a cercare i dati dei parchi giochi, dati ovviamente ufficiosi visto che non esiste una normativa che disciplini la fattispecie, ma ne hanno delineato un quadro molto problematico visto che solo il 5% di questi parchi è veramente fruibile per una persona disabile.
In particolare, “i parchi gioco totalmente inclusivi, dove cioè tutti i giochi sono accessibili ai disabili, sono soltanto 62 in tutta Italia, mentre quelli parzialmente inclusivi, dove sono accessibili almeno una parte delle giostre, sono 296. Ammontano invece a 418 le altalene accessibili ai bambini in carrozzina”.
Questa è solo una minima parte su cui poggia inclusività/comunità dove la politica e la società ha fatto molto poco visto che le persone con disabilità sono circa 3 milioni e 150 mila (il 5,2% della popolazione). Dati ufficiali ISTAT del 2019.
LA POLITICA COSA FA?
Le politiche e gli interventi a favore delle persone diversamente abili necessitano infatti di programmi personalizzati, che affrontino in maniera globale i problemi della disabilità. Per esempio la famiglia che nel nostro Paese, in modo particolare, svolge un ruolo importante nella cura e nel contrasto al rischio di esclusione sociale deve essere aiutata di più.
Le risorse necessarie alla famiglia per svolgere il ruolo di ammortizzatore sociale non sono soltanto economiche, ma anche di tipo relazionale. Lo Stato, dovrebbe intervenire in maniera più vigorosa oltre che nell’aiuto materiale anche in quello strutturale e di formazione dei propri dipendenti statali in supporto alle famiglie.
In particolare modo, sarà anche retorica, ma la disabilità non è un mondo a parte ma una parte del mondo del nostro mondo e non possiamo girare la faccia dall’altra parte facendo finta di niente.
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