Viviamo in tempi incerti che a seguito prima della pandemia COVID-19 e dell’attuale situazione tra Russia ed Ucraina, avremmo voluto vedere un ruolo più attivo dell’Europa ed in particolare della Unione Europea più incisiva sulla strada della pacificazione continentale.
L’Unione Europea di Spinelli e Rossi
Cosa è oggi l’Unione Euopea? È quel modello che Altiero SPINELLI e Ernesto ROSSI preconizzavano nel «Manifesto di Ventotene» del 1941.
Nella concezione di una nuova Europa di Spinelli e Rossi, si riporta quanto presente nel Manifesto :
«La creazione più grandiosa e più innovatrice sorta da secoli in Europa; per costituire un saldo stato federale, il quale disponga di una forza armata europea al posto degli eserciti nazionali; spezzi decisamente le autarchie economiche, spina dorsale dei regimi totalitari; abbia gli organi e i mezzi sufficienti per far eseguire nei singoli stati federali le sue deliberazioni dirette a mantenere un ordine comune, pur lasciando agli stati stessi l’autonomia che consenta una plastica articolazione e lo sviluppo di una vita politica secondo le peculiari caratteristiche dei vari popoli.»
Nella concezione dello Spinelli ciò che deve nasce è uno stato federale unito da «esercito unico federale, unità monetaria, abolizione delle barriere doganali e delle limitazioni all’emigrazione tra gli stati appartenenti alla Federazione, rappresentanza diretta dei cittadini ai consessi federali, politica estera unica» .
L’Unione Europea di oggi.
Senza ripercorrere le tappe del processo di formazione della Unione Europea, risulta evidente di come tale struttura politica avrebbe dovuto garantire una uniformità di trattamento e regole per i paese aderenti sia fondatori che successivi aderenti.
Oggi, in linea con i Trattati della UE viviamo in uno Stato ibrido, che pur definendosi democratico ( il Parlamento viene eletto a suffragio universale) chi veramente decide è la Commissione Europea, che non viene eletta a suffragio universale ma nominata dal Consiglio europeo che il Parlamento ratifica.
Chi veramente comanda non è il Parlamento, ma la Commissione Europea che ha spinto d’iniziativa nell’emanazione delle norme legislative. Tali norme, devono esser approvate dal Consiglio d’Europa e dal Parlamento Europeo, ma la storia recente ci informa che ben poche sono state le modifiche apportate e pertanto le proposte della Commissione Europea hanno dettato legge.
Molti provvedimenti dettati dalla Commissione Europea hanno penalizzato l’Italia, nonostante fossero ridicoli (Lunghezza delle vongole, quote latte, prosecco, nutriscore, ecc.) ed ora si va verso gli insetti.
In fin dei conti le eccellenze agroalimentari italiane sono un’industria non delocalizzabile che le politiche economiche europee stanno distruggendo ponendo i classici “bastoni fra le ruote” dell’imprenditoria italiana.
E’ UTILE AVERLA COSI?
A noi serve questa UE che ci penalizza senza che i nostri governanti difendano gli interessi nazionali come fanno gli altri?
Eppure sarebbe interessante chiedere ai membri del Commissione Europea cosa pensano dell’Art. 3, comma 1 del TFUE ( «L’Unione si prefigge di promuovere la pace, i suoi valori e il benessere dei suoi popoli.»), comma 3 («L’Unione instaura un mercato interno. Si adopera per lo sviluppo sostenibile dell’Europa, basato su una crescita economica equilibrata e sulla stabilità dei prezzi, su un’economia sociale di mercato fortemente competitiva, che mira alla piena occupazione e al progresso sociale, e su un elevato livello di tutela e di miglioramento della qualità dell’ambiente.
Essa promuove il progresso scientifico e tecnologico….Essa promuove la coesione economica, sociale e territoriale, e la solidarietà tra gli Stati membri.») Sempre Spinelli scrisse «La solidarietà umana verso coloro che riescono soccombenti nella lotta economica, non dovrà, per ciò, manifestarsi con le forme caritative sempre avvilenti e produttrici degli stessi mali alle cui conseguenze cercano di riparare, ma con una serie di provvidenze che garantiscano incondizionatamente a tutti, possano o non possano lavorare, un tenore di vita decente, senza ridurre lo stimolo al lavoro e al risparmio. Così nessuno sarà più costretto dalla miseria ad accettare contratti di lavoro iugulatori.»
Oggi ci troviamo di fronte ad un fantasma che C. SHMITT definì “Dittatura commissaria” riferendo alla Repubblica di Weimar e chiudendo il cerchio con Hobbes. Non possiamo essere solidali con una Unione Europea che, falsamente controllata, impone ai popoli, interpretando o applicando le sue norme, i diktat propri delle dittature da cui dice di essere lontana, ma di cui si avvale per decidere dei propri, in alcuni casi, interessi anche personali.
Antonio Vitale – Coord. Prov. di Frosinone
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